In data 19 gennaio 2018 è stata pubblicata la Sentenza della Corte di Appello di Bologna in una causa riguardante un brevetto avente ad oggetto ‘un particolare imballaggio plastico per bicchieri, idoneo a vincolare il bicchiere direttamente al collo di una bottiglia, permettendo di inserire il collo stesso direttamente all’interno del bicchiere’.Sulla base di tale brevetto l’attrice appellante Tecnoform aveva realizzato
il prodotto ‘Glasspack’.Nel 2009 la Tecnoform agiva, avanti al Tribunale di Bologna, contro la Vetro Paini affermando di aver riscontrato che la convenuta produceva e vendeva prodotti in contraffazione con il suo brevetto. La Vetro Paini a sua difesa eccepiva la nullità del brevetto.Il Tribunale di Bologna in data 28 marzo/9 aprile 2014 rilevava la nullità del brevetto e rigettava la domanda di contraffazione.Tale sentenza è stata poi impugnata e la Corte d’Appello di Bologna è stata quindi a sua volta chiamata a valutare la validità di tale brevetto.Con la propria sentenza la Corte d’Appello, confermando il giudizio di
primo grado, ha ritenuto che il brevetto in questione fosse nullo perché carente del requisito dell’attività inventiva e nel dichiarare ciò ha ricordato che ‘si ha assenza di novità quando tutte le caratteristiche tecniche enucleate nella rivendicazione del brevetto risultano già illustrate da un’anteriorità singolarmente considerata’ mentre l’invenzione è carente del requisito di altezza inventiva quando la persona esperta del ramo ‘attingendo a tutte le informazioni rese accessibili al pubblico, eventualmente anche combinando una pluralità di invenzioni e di conoscenze’ ritiene il problema tecnico ovvio.

Nel giudizio era stata convenuta una società terza, rimasta contumace in primo grado. In relazione ad essa è interessante l’affermazione dei Giudici bolognesi per cui la nullità del brevetto, riconosciuta in via incidentale, e quindi a seguito di un’eccezione e non di una domanda, può essere fatta valere da tutte le parti del giudizio che ne abbiano interesse, ivi inclusa la parte rimasta contumace, che è pur sempre parte del giudizio.