Lunedì 21 gennaio u.s. si è insediato presso il Ministero dello Sviluppo Economico un gruppo di  esperti dedicato allo studio di diversi problemi nell’ambito dell’intelligenza artificiale (l’elenco degli esperti è disponibile a questo link https://www.mise.gov.it/index.php/it/10-istituzionale/ministero/2038906-intelligenza-artificiale-membri-del-gruppo-di-esperti). Sono passati due anni da quando il Parlamento Europeo, con la risoluzione del 16 febbraio 2017 (disponibile al link http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P8-TA-2017-0051+0+DOC+XML+V0//IT), ha inviato alla Commissione le raccomandazioni concernenti norme sulla robotica e l’intelligenza artificiale, ma l’attuale sistema normativo (europeo e nazionale) non è stato ancora adeguato alla risoluzione delle questioni giuridiche poste da queste tecnologie.
Possiamo definire l’intelligenza artificiale come la capacità di una macchina, dotata di un dato sistema tecnologico, di risolvere problemi o svolgere compiti e attività tipici della mente e delle abilità umane.
A seguito della maturità tecnologica raggiunta nel calcolo computazionale e nella capacità di analisi in tempi brevissimi di enormi quantità di dati ma, robot e sistemi di intelligenza artificiale fanno ormai parte della nostra vita quotidiana.
Non solo la robotica e l’intelligenza artificiale sono ampiamente utilizzati in ambito manifatturiero e commerciale, nei settori quali i trasporti, l’assistenza medica, l’educazione e l’agricoltura, ma esistono software talmente sofisticati in grado di creare opere dell’ingegno.
In questo scenario si è aperto il dibattito sulla titolarità dei diritti d’autore su tali opere.
Nell’attuale sistema legislativo non è riconosciuta ai robot la personalità giuridica, i quali dunque non possono essere titolari di diritti.
Pertanto, una prima tesi sostiene che i diritti d’autore sulle creazioni dell’intelligenza artificiale spettino alla persona che ha creato il software implementato nella macchina che ha realizzato l’opera.
Un altro orientamento, invece, afferma che tali lavori dovrebbero essere liberamente appropriabili non essendo nessuno il titolare del diritto d’autore.
Secondo alcuni, in considerazione del crescente grado di autonomia acquisito dalle macchine, che  grazie agli algoritmi di machine learning ed alla creazione di neural network agiscono intenzionalmente ponendo in essere comportamenti non programmati, è piuttosto auspicabile l’attribuzione della titolarità delle opere create dai robot direttamente in capo a questi ultimi.
Proprio in quest’ottica, il Parlamento Europeo aveva proposto alla Commissione di  riconoscere lo stato di ‘persona elettronica’ ai robot più sofisticati ed autonomi, così da risolvere il problema della titolarità delle opere create dal robot stesso.